Salvare gli animali: la cowgirl che diventa vegana
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Questa non è solo la storia di Renee King-Sonnen, una donna indipendente, cantautrice, insegnante di yoga, nata e cresciuta a Houston, in Texas, tra musica country, rodei, barbecue e stivali da cowboy. Questa è la storia, soprattutto, degli animali che sono entrati nella sua vita, trasformandola in una donna guerriera. Renee ha sposato per due volte lo stesso uomo, Tommy Sonnen, e, quando si è trasferita nel suo ranch per vivere nuovamente con lui, “qualcosa”, che passo dopo passo è diventato qualcuno, ha cambiato la sua vita per sempre, spingendola ad abbracciare la filosofia vegan. Renee, con determinazione e coraggio, ha convinto Tommy a trasformare il proprio allevamento in un santuario. Nessun animale sarà più considerato nel loro ranch un oggetto inanimato da sfruttare per l’onnipotente denaro. Nessuna mamma piangerà ancora per la perdita del proprio figlio.
Facciamo un passo indietro. Prima di trasferirti al ranch, amavi gli animali domestici, mentre eri terrorizzata dagli animali della fattoria, soprattutto avevi paura delle mucche e dei polli.
«Sì, avevo paura delle mucche perché le vedevo grandi, con delle teste enormi, alcune posseggono addirittura delle corna appuntite; se volessero farci del male, avrebbero lo strumento per farlo! In realtà, non avevo mai trascorso del tempo con gli animali d’allevamento. L’unico contatto che avevo avuto con loro era quando si trovavano all’altra estremità della mia forchetta ossia quando li mangiavo. Quando mi sono trasferita al ranch, la loro presenza e vicinanza mi ha “costretta” a relazionarmi con loro e, quando ho cominciato a guardarli da una prospettiva diversa, a conoscerli uno ad uno, inevitabilmente, il processo di cambiamento si è attivato».
Quando hai fatto il collegamento che gli animali d’allevamento devono avere gli stessi diritti e lo stesso trattamento riservato a cani e gatti?
«Tornavo spesso a casa con dei sandwich di pollo, e quando attraversavo il cortile per entrare in casa, vedevo i polli del nostro allevamento razzolare a terra. Ho cominciato a pensare che gli animali che farcivano i nostri panini sarebbero potuti essere imparentati con i nostri animali e l’idea mi faceva impazzire. Ho iniziato a vederli come qualcuno e non come cibo, stravolgendo il mio concetto di etica. “Quando cambi il modo di vedere le cose, le cose cambiano letteralmente” (Cit. Wayne W. Dyer). Non abbiamo mai ucciso e mangiato gli animali della nostra fattoria; tornavamo a casa con borse piene di animali morti comprati al mercato. Ho cominciato a dire a mio marito: “Perché non macelliamo i nostri animali dal momento che mangiamo la carne? Perché acquistarli quando abbiamo nei nostri pascoli, animali allevati e nutriti con fieno costoso?”. Gli dicevo queste cose, non perché volessi realmente mangiarli, ma per provocarlo. Conoscevo già la risposta e avrei voluto che ci arrivasse anche Tommy. Lui ha detto: “Non posso mangiare gli animali che conosco!” Avevo centrato il punto e continuai così a calcare la mano: “Se dovessi scegliere un animale da macellare nel nostro allevamento, quale sceglieresti? E’ da ipocriti allevare gli animali per venderli a terzi che li macellano e poi comprare cadaveri della stessa specie per mangiarli!”. Da quel giorno abbiamo cominciato a discutere di questi argomenti sempre senza mai uccidere le nostre mucche e i nostri polli. Nel frattempo, guardavo i video su internet che mostrano come gli animali vengono macellati. Tommy mi sentiva piangere e mi chiedeva: “Perché guardi quella roba?” Non potevo fare altrimenti. Avevo iniziato a fare il collegamento. È arrivato, infine, il giorno in cui il camion rosso doveva prendere i vitelli per portarli al macello. Le mamme correvano dietro al veicolo e i piccoli cercavano di scappare dal camion per tornare dalle mamme. Le mucche hanno pianto tutta la notte fino a perdere la voce, è stato il suono più orribile che abbia mai sentito. Hanno pianto e cercato i propri figli per giorni. Avevo gli incubi, era sconvolgente, peggio di un film dell’orrore. Questi episodi mi hanno fatto capire che tutte le creature di Dio meritano lo stesso trattamento. Non possiamo più accettare lo sfruttamento animale per il profitto e l’avidità degli uomini. Rappresentiamo un virus per il nostro pianeta. La mia anima ha cominciato ad ammalarsi».
Ora ami indifferentemente tutti gli animali indipendentemente dalla specie. Vivi con mucche, polli, maiali e galline. Riesci a descriverci gli animali che vivono con te? Perché ognuno di loro è speciale?
«Conviviamo con animali del nostro ex allevamento ma anche con quelli salvati da diverse situazioni. Nell’area che noi abbiamo chiamato di “socializzazione”, uno spazio in cui nutriamo gli animali e cerchiamo di legare con loro, ci sono Rowdy Girl, Houdini, Fireball e Cinnamon. Il santuario prende il nome da Rowdy Girl, il vitello che ho comprato sei anni fa e nutrito con il biberon. Oserei dire che senza di lei probabilmente il ranch non sarebbe diventato un santuario, diciamo che è stato il catalizzatore per la trasformazione. Houdini è la figlia di Rowdy Girl. È diventata la principessa viziata del ranch. Mi piace sdraiarmi sull’erba con lei, sentire la sua testa sul mio grembo. Ama farsi carezzare il collo e strofinare le orecchie. Ci piace molto scambiarci effusioni come naso contro naso. I miei sentimenti verso di lei superano le parole. Abbiamo un legame davvero speciale! Cinnamon, invece, ha l’atteggiamento di una dea che sa tutto. E’ la personificazione della grazia, della bellezza e della spiritualità. China il capo, lasciandosi amare fino ad appagare i nostri cuori. Tutti sono innamorati di lei. Era sterile, non poteva riprodursi. Abbiamo ricevuto una chiamata dalla ex moglie di un allevatore dopo che la donna aveva sentito la nostra storia al telegiornale. Cinnamon sarebbe stata macellata nel fine settimana se noi non l’avessimo accolta nel nostro ranch. Accanto all’area di socializzazione, c’è il recinto dove si trova Herman, il maiale che ha rischiato di essere ucciso con l’eutanasia. Il suo proprietario era morto ed era stato abbandonato dal resto della famiglia. Herman era molto diffidente e feroce quando lo abbiamo preso con noi. Lui ora è felice, mangia dalle nostre mani, ama farsi grattare dietro le orecchie, adora i grattini sulla pancia e tuffarsi nella sua piscina per bambini. Lovely, Bodovely, Miss Kitty, Twisted Sister, Loretta, Lou e Dixie Chick, affettuosamente chiamato Dix Dix, sono i nostri polli e galline che vivono nel “palazzo dei polli” e ognuno di loro ha un carattere e una personalità distinta. Dix Dix si è slogata le zampe un paio di volte; per farla guarire l’abbiamo tenuta in casa con noi. L’ultima volta, la sua convalescenza è durata più di quattro mesi, e ogni sera lei si addormentava sul mio grembo mentre guardavamo il telegiornale».
Ora, tra i tuoi animali preferiti, ci sono le mucche. Ti unisci alla mandria, canti e balli con loro. Potrebbe sembrare strano! Che cosa senti? Perché ti piacciono così tanto le mucche? È vero che gli hai dedicato una canzone?
«Vero. Ho dedicato loro una canzone intitolata The Red Trailer, il camion rosso che portava gli animali al macello. Le mucche sono animali molto curiosi, non amano i movimenti veloci e improvvisi. Dobbiamo avvicinarci a loro delicatamente e camminare dolcemente. Meditare e fare yoga accanto a loro mi ha permesso di conoscerle meglio. Mi siedo, spesso, in mezzo alla mandria, per cantare canzoni perché ha un effetto calmante su di loro. Passeggiano accanto a me, vengono a curiosare e mi osservano. La capacità di osservazione è il loro punto di forza. Avverto un’emozione pura, una bella energia e mi sento davvero felice tra loro. Le lacrime di gioia arrivano senza alcun preavviso».
Per trasformare il ranch in un santuario sei “costretta” ad acquistare le mucche da tuo marito. Perché? Tommy non è d’accordo?
«Tommy ora è d’accordo ma in principio non lo era. Lui ha acquistato il ranch prima che ci sposassimo per la seconda volta. Aveva usato tutti i risparmi per comprare la terra e gli animali, era il suo investimento per la pensione. Quando gli ho impedito di vendere i vitelli, ho seriamente messo a rischio i suoi stessi mezzi di sostentamento. Mi amava molto ma eravamo sull’orlo del divorzio. Era così arrabbiato perché gli remavo contro ma non potevo fare altrimenti; il mio cuore e la mia anima erano cambiati. Mi ha minacciata di vendere l’intera mandria, il che significava che tutti i bovini sarebbero stati macellati, anche quelli anziani. Non avrei potuto sopportarlo. Senza alcuna premeditazione, ho detto: “Li compro io! A quanto me li vendi?” Lui mi guardava come se fossi impazzita. Gli spiegai che mi ero informata e che mi sarebbe piaciuto trasformare il ranch in un santuario. Il mio sogno lo turbava e lo divertiva allo stesso tempo e ha accettato. Ho rischiato che mi lasciasse e invece è accaduto il vero cambiamento, anche Tommy è diventato vegano. Per raggiungere la somma di 30.000 dollari che devo dargli e per realizzare il mio sogno di costruire un santuario permanente per le mucche, che diventi un faro di speranza in tutto il Texas, ho avviato una raccolta fondi».
Sei andata contro la cultura texana. Cosa pensanoi tuoi vicini, conoscenti e amici?
«Il motto dei texani è “vivi e lascia vivere” per cui hanno accettato la nostra scelta. I vegani della zona ci vengono a trovare, le moglie degli allevatori mi scrivono per chiedere aiuto e conforto perché non hanno nessun altro con cui parlare. La nostra missione è quella di diventare un modello per gli altri ranch in Texas e nel mondo. Il cambiamento è possibile e può essere abbracciato da tutti».
Come possiamo aiutarti?
«Passando parola. Andando sul mio sito web e sulla pagina facebook per seguire la mia storia. Potete incoraggiare le persone a venire a visitarci, a contribuire con una donazione o a organizzare una conferenza per farmi raccontare questa storia. Vorrei essere una voce per gli animali e per l’ambiente. Abbiamo bisogno di molta pubblicità per cambiare il mondo. Non si tratta di “me” o di “noi”. La mia storia potrebbe dare coraggio a tutte le mogli degli allevatori, perché è quello che sentono e che vorrebbero fare. Come faccio a saperlo? Perché mi scrivono email, messaggi e lettere. Condividete la nostra storia ovunque anzi vi ringrazio per averci contattato dall’Italia. Abbiamo incontrato tre produttori che vogliono far diventare la nostra storia un reality e abbiamo firmato un accordo con uno di loro. Siamo stati scelti anche per un film-documentario».
Tra i nostri lettori potrebbero esserci degli allevatori. Vuoi dire loro qualcosa?
«Nessuno mi ha fatto questa domanda. Probabilmente è la migliore che mi sia stata fatta. Vorrei dirgli che capisco la loro situazione. Molte aziende a conduzione familiare sono tramandate di generazione in generazione e sono generalmente gestite da persone oneste, che cercano di fare il loro lavoro nel miglior modo possibile. Il cambiamento è difficile ma non impossibile. Mediamente 70/90 miliardi di animali considerati da reddito vengono uccisi ogni anno. Abbiamo bisogno di due pianeti terra per alimentarci e nutrire gli animali se continuiamo a mangiarli. Abbiamo trasformato il mondo in un incubo chiamato mattatoio. Se non fermiamo questo processo, non avremo più un pianeta per i nostri nipoti e pronipoti. Se le aziende agricole a conduzione familiare si trasformassero in santuari il modello industriale degli allevamenti intensivi si arresterà. Noi stiamo condividendo la nostra trasformazione con la speranza che in molti seguano il nostro percorso».
Cosa provi quando guardi gli animali negli occhi?
«Quando li guardo negli occhi sento la loro condizione. Sono consapevoli di vivere in luoghi insicuri, dove rischiano ogni giorno di perdere i propri compagni, amici e figli. Lo sanno! Piangono, vogliono vivere con le loro famiglie, e amano coccolarsi tra loro. Lotto per la loro libertà perché sono fuori quasi tutti i giorni con loro; ci parlo, li rassicuro, gli dico che sto cercando di fare la differenza. Amo seguirli nei boschi, fermarmi a guardarli, sentirmi parte di loro e ringrazio Dio per essere diventata parte del cambiamento!».
Read online at: http://www.italiachecambia.org/2015/08/salvare-gli-animali-cowgirl-vegana/#sthash.tJwlT265.dpuf
English Translataion:
Woman turns Texas cattle ranch into vegan animal sanctuary
For generations, Sonnen Ranch has been a place for raising livestock — where animals, though treated humanely, were destined to be used for meat or dairy products. Now, after several rounds of fundraising, the ranch has been transformed into Rowdy Girl Sanctuary, a safe haven for farm animals, allowing the creatures to live out their lives without distress.
The sanctuary’s development was the brainchild of Renee King-Sonnen, who moved to the ranch when she and Thomas Sonnen remarried.
“I’m a Texas girl through and through, grew up eating barbecue, wearing boots, going to the rodeo,” King-Sonnen told The Facts of Brazoria County (http://bit.ly/1IriZpO). “Until I moved out here to the ranch, there was no connection to the animals that ended up on my plate. I’d experimented with vegetarianism, raw food diets, but never really called it ‘vegan.’ It all happened as a result of me living here.”
Being in the presence of farm animals — and seeing their reaction after calves were sold — was enough to change her mind about her diet and lifestyle, King-Sonnen said.
“The cows were so depressed,” she said. “I wasn’t prepared for the way it happened. And every year, it got harder for him to sell the calves, because he didn’t want me to see, wanted to hide it from me.”
“I’d been trying to sneak them out whenever she wasn’t around,” Thomas Sonnen said. “But she’d know anyway.”
Eventually, King-Sonnen laid down the law: If the “red trailer” came again to take calves to the sell barn, she’d follow it herself.
“So he told me he was going to sell the whole herd, was getting out of the business,” she said. “That meant all the cows that had lived their lives here were going to be slaughtered. They wouldn’t have a chance.”
Because Sonnen couldn’t just give away the cattle, his wife asked him a simple question.
“She asked to buy them from me. I asked why, and she said she would keep them in sanctuary,” he said. “I thought that was crazy. This was Texas, it wasn’t going to work. But I said ‘OK, go for it.’”
King-Sonnen turned to the Internet for help, blogging at her “Vegan Journal of a Rancher’s Wife” page and starting an Indiegogo campaign to purchase the animals. In under four months, the necessary funds had been raised, and the sanctuary was founded.
“All these people across the country, across the world, were rallying and supporting us, cheering us on,” she said. “In less than four months we’d raised more than $36,000.”
“I didn’t know if she could do it, but she raised the money and bought the cows,” Sonnen said. “The sanctuary’s working. It’s pretty incredible, all the help she’s gotten.”
Eventually, Sonnen came around to the vegan lifestyle, as well — though for different reasons from his wife.
“My dad died of a heart attack when he was 62, and I had high cholesterol,” he said. “I’m doing it for health reasons. Started cooking for myself, learning a little bit and went full-fledged vegan when I found ice cream and cheeses that would work. And I had my blood work the other day. My cholesterol’s way down.”
To keep the sanctuary sustainable and generate some income, plans are in the works to open a veganic farm on the property, where fresh produce can be made available to the public. Shelley Katz, who met King-Sonnen after looking for ways to approach ranchers, is hard at work growing crops for the farm’s opening.
“I remembered reading about Renee on the Internet, so I asked her how I could approach ranchers about turning ranches into produce farms,” Katz said. “We just kept talking for months, and I’ve been here for over two weeks, just doing what I can.”
After another successful crowdfunding, this time on the website Barnraiser, the sanctuary will be able to purchase the necessary tools to grow a larger and more diverse crop. For the moment, Katz is keeping herself busy.
“Probably 200 plants started already, herbs, melons, cucumbers, all kinds of stuff,” she said. “Within two months, lettuce and herbs should be available first, because they’re the fastest-growing. The goal now is to get it off its feet, a regular yield coming in, a loyal customer base, then pull up the numbers and see the difference between the farm and the cattle ranch.”
King-Sonnen hopes her project will serve as a model to others absent any judgment, she said.
“There’s other sanctuaries in Texas, but as far as we know we’re the only beef cattle ranch that’s gone vegan,” she said. “We’re not out here telling everybody they’re wrong, it’s just something we couldn’t ethically do anymore.”
Beth Arnold, an early contributor to the campaign and a member of the sanctuary’s board, remains impressed by the speed at which the project has grown.
“I can’t believe how much she’s done in seven months,” she said. “Her original goal was to save the cows, and now it’s turning into a whole movement. A lot of people believe in what she’s doing, changing the way they view farm animals.”
Already, the sanctuary has received a steer from a Future Farmers of America family that could no longer care for it, and Rowdy Girl rescued a pig that had been abandoned for six months after the death of its owner. “Herman, the Miracle Pig” prompted the first of what could be more expansions for the sanctuary, and King-Sonnen is happy to do her part to help animals in danger.
“Any animal that’s going to be slaughtered, or is in harm’s way,” she said. “They’re treated like family members, and we take care of them every day, to let them have the lives they deserve.”